TIROIDE: QUALI SONO LE PATOLOGIE? QUALI TRATTAMENTI?

Tiroide

Di: Dott.ssa Francesca Delle Cese, Medico Chirurgo Endocrinologa Artemisia Lab.

La tiroide può essere responsabile di molti sintomi, che possono essere l’espressione di diverse patologie: 

in particolare, quando la funzione della tiroide è in difetto si parla di ipotiroidismo, quando invece è in eccesso di ipertiroidismo.
I sintomi cardine dell’ipotiroidismo sono l’aumento di peso, la perdita di capelli, l’aumento della sensibilità al freddo, letargia, stipsi ostinata. Al contrario, i sintomi tipici dell’ipertiroidismo sono tremori alle estremità, quindi alle mani, tachicardia, decremento del peso corporeo, aumento dell’appetito e alvo diarroico.

La maggior parte dei sintomi della tiroide, quindi dell’ipo e ipertiroidismo, sono chiaramente indagabili con esami ematochimici della tiroide FT3, FT4 e del TSH.
La tiroide è anche responsabile di patologie strutturali, ossia noduli tiroidei e gozzo multinodulare. I noduli spesso sono asintomatici e poco visibili e solamente quelli di dimensioni maggiori si manifestano con sintomi come disfagia, senso del globo, disfonia. I moduli sono indagabili mediante un eco color doppler tiroideo e alla palpazione del collo da parte del clinico.

Al contrario, il carcinoma tiroideo viene diagnosticato mediante esecuzione di esame citologico di ago aspirato sui noduli ecograficamente sospetti.
La presenza di sintomi e quindi di patologie funzionali della tiroide non indica necessariamente una patologia nodulare e pertanto è necessario eseguire tutti gli esami necessari all’accertamento diagnostico. La presenza di un neotiroidismo funzionale, quindi di una normalità della funzione tiroidea, non esclude la presenza di noduli tiroidei e pertanto soprattutto i pazienti a rischio (ovverio con familiarità di primo grado per carcinoma della tiroide), devono sottoporsi ad un esame ecocolordoppler tiroideo una volta raggiunta l’adolescenza.

Spesso, negli ambulatori di endocrinologia, i pazienti ci chiedono se esistono degli alimenti specifici per mantenere in buona salute la tiroide. Ad oggi, le uniche evidenze scientifiche a riguardo sono quelle che riguardano lo iodio: sarebbe opportuno mantenere un apporto di iodio di 150 microgrammi nell’adulto , nella donna gestante di 175 microgrammi e nella donna in allattamento all’incirca di 200 microgrammi.

L’Organizzazione Mondiale della Sanità consiglia di assumere giornalmente 5grammi di sale. Basti pensare che cinque grammi di sale iodato corrisponde a una porzione media di pesce. Vale la pena sottolineare, pertanto, che lo iodio deve essere introdotto con l’alimentazione e non solo attraverso la respirazione.

Una domanda molto frequente riguarda il fatto se la soia può determinare alterazioni della funzionalità tiroidea o se è sicura nei pazienti con patologie della tiroide. In realtà, gli studi ad oggi a disposizione in letteratura scientifica, ci fanno sconsigliare ai pazienti con ipotiroidismo, in terapia sostitutiva con levotiroxina, l’assunzione di prodotti a base di soia nella colazione, questo perché l’assunzione di prodotti come lo yogurt o latte di soia può ridurre l’assorbimento della levotiroxina.

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