Cardiotocografia e monitoraggio biofisico della gravidanza

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Descrizione

Come si esegue una cardiotocografia?

Per eseguire una cardiotocografia si applicano sull’addome materno due trasduttori: uno per la registrazione della frequenza cardiaca fetale ed uno per la registrazione dell’eventuale attività contrattile.

La cardiotocografia ha una durata variabile in quanto, ha lo scopo di registrare un periodo di attività ed uno di quiete del feto in utero. Solitamente il periodo di registrazione varia dalla mezz’ora ai 90 minuti, durante i quali la gestante dovrà rimanere sdraiata o semisdraiata, con la possibilità di ruotarsi di fianco, in un ambiente tranquillo e riservato.

Quando si esegue l’esame?

L’esame si esegue solitamente dopo la 36° settimana di gestazione. Solo in casi particolari, va eseguito in epoca precedente. Deve essere ripetuto più volte, a distanza di giorni o settimane, ad assoluto giudizio del ginecologo curante, fino al parto.

Questo esame, fornisce una valutazione del benessere fetale registrando la frequenza cardiaca, in condizioni basali e  in relazione ad una eventuale contrazione.

L’osservazione dei diversi comportamenti del battito, unitamente all’osservazione dei movimenti degli occhi, permise, più di un decennio fa di scoprire che il feto aveva in utero delle fasi di sonno e veglia, di quiete ed attività, fornendo importantissime acquisizioni sulla conoscenza della vita fetale.

Lo studio della frequenza cardiaca e della variabilità del battito in utero fornisce oggi informazioni di un indiscusso valore sullo stato di benessere del feto.

L’eventuale riscontro di decelerazioni del battito, a seconda della loro forma, rappresenta un indicatore formidabile di diversi gradi di sofferenza.

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