Descrizione
Tiroide: cos’è la patologia tiroidea?
La patologia della tiroide è, in particolare nelle donne, molto diffusa. Molto spesso non si ha conoscenza della presenza di tale alterazione della struttura della ghiandola tiroidea. Questo accade sino a quando non si esegue una ecografia color Doppler con sonda ad alta definizione.
Qualora, infatti, non si sia prodotta una alterazione nella produzione degli ormoni tiroidei, l’organismo non “si accorge” della presenza del problema.
Risulta, quindi, indispensabile anche in assenza di specifici sintomi eseguire uno screening della tiroide.
In che modo si seffettua lo screening alla tiroide?
Mediante l’esecuzione di alcune analisi cliniche specifiche e di una ecografia color Doppler del collo con particolare riguardo alla ghiandola tiroide.
Presso Artemisia Lab Analisys di Roma opera un team di professionisti altamente qualificati nella diagnostica ecografica della tiroide. Nel caso in cui fosse necessario un approfondimento mediante esame citologico su eventuali nodularità riscontrateInoltre, viene eseguita anche un’ecografia interventistica.
E’ possibile, inoltre, eseguire anche esami di secondo livello quali la ricerca del marcatore tumorale Galectina 3 (GAL3) nel materiale prelevato tramite citoaspirazione ecoguidata. Completano il team endocrinologi e chirurghi con elevata e specifica specializzazione.
Progetto “Personal Care”
E’ attivo, inoltre, un programma integrato che prevede l’effettuazione contemporanea di analisi cliniche ed ecocolor Doppler ad alta definizione e, qualora il paziente lo richieda, l’inserimento nel progetto “PERSONAL CARE”.
C’è la possibilità di essere seguiti nel tempo tramite:
- richiami periodici,
- l’approfondimento con altre metodiche (esame citologico tradizionale o di secondo livello mediante dosaggio della GAL3)
- consulenze (endocrinologica e/o chirurgica) ove necessario con un canale dedicato in fase di prenotazione e accettazione ed anche con delle agevolazioni economiche.
L’inserimento nel progetto “PERSONAL CARE” prevede, inoltre, l’inserimento nella newsletter dedicata ove vengono nel tempo proposte delle specifiche giornate dedicate alla prevenzione, agevolazioni per l’effettuazione di check-up personalizzati o per l’esecuzione di specifichi esami diagnostici.
Il centro è dotato di apparecchiature all’avanguardia in tutti i settori diagnostici. In particolare la sezione ecografica dispone di apparecchiature con sonde ad elevata frequenza ed esegue indagini di ecografia interventistica (esame citologico ecoguidato) per una migliore definizione di natura dell’eventuale nodularità riscontrata all’esame basale.
Si avvale inoltre di professionisti ad elevata specializzazione specifica nel settore. Il centro Analisys è dotato di laboratorio di analisi ad alta tecnologia e di sezione di citologia ad elevatissima specializzazione, le sezioni sono:
Come individuare “il nodulo sospetto” alla tiroide?
Si stima che il 5% della popolazione adulta abbia uno o più noduli alla tiroide palpabili, questa percentuale è però molto più alta (19 al 67%) se si considerano anche i noduli subclinici scoperti nel corso di esami ecografici.
Gli ospedali USA ogni anno diagnosticano circa 23.500 casi di carcinomi tiroidei a fronte di un numero molto più elevato di asportazioni chirurgiche di noduli, Pertanto la grande maggioranza di questi sono di natura benigna.
Questo dato trova conferma anche in Europa. In Germania si registrano circa 100.000 interventi chirurgici di tiroidectomia ogni anno. Solo il 10% dei noduli asportati alla tiroide sono carcinomi. Individuare un carcinoma tiroideo tra la moltitudine di noduli tiroidei benigni sembra quindi paragonabile a “cercare un ago in un pagliaio”.
La caratterizzazione preoperatoria di queste lesioni è una sfida importante. Fortunatamente molti progressi sono stati fatti per selezionare sempre meglio i pazienti da riferire al chirurgo.
La citologia tiroidea ago-aspirativa (FNA) è il principale strumento diagnostico per caratterizzare i noduli tiroidei, ma questo metodo ha delle limitazioni intrinseche nel distinguere noduli follicolari benigni (molto comuni), dai maligni (relativamente rari).
Dopo ago-aspirato infatti, circa il 30% dei noduli follicolari resta indeterminato e ne vieneconsigliata l’asportazione chirurgica più per problematiche diagnostiche che per una reale necessità terapeutica.
Questo comportamento nasconde in verità un problema clinico frustrante, rappresentato dalla necessità di diagnosticare sempre meglio il carcinoma alla tiroide, ma di evitare allo stesso tempo una moltitudine di interventi chirurgici non necessari, considerando che la diagnosi di cancro verrà posta nell’ 8-10% dei noduli asportati.
Come individuare quindi ”il nodulo sospetto”?
Oggi questo è possibile, utilizzando un approccio clinico multi-disciplinare.
Almeno il 70% di interventi chirurgici non elettivi sulla ghiandola tiroide possono essere finalmente evitati, integrando dati clinici, citologici e molecolari come pubblicato su importanti riviste scientifiche internazionali (Lancet 357: 1644-50, 2001; Lancet Oncology 9: 543-9, 2008).
Quello che serve per studiare al meglio le caratteristiche bio-morfologiche di un nodulo tiroideo è in prima istanza una visita endocrinologica accurata, con mappatura dei noduli, corredata da un esame ecografico effettuato da medici esperti in patologia tiroidea. Le nuove strumentazioni ecografiche consentono oggi l’identificazione dei “noduli sospetti” che saranno a loro volta esaminati citologicamente sotto guida ecografica.
A completare il percorso esiste finalmente un valido supporto alla citologia convenzionale rappresentato dal test alla galectina-3, da effettuare rigorosamente con metodica del cellblock, che permette di rilevare la presenza di alterazioni sia morfologiche che molecolari sulle cellule tiroidee ago-aspirate, migliorando di fatto la performance diagnostica della citologia routinaria.
(Armando Bartolazzi M.D. Ph.D. – Patologo-Oncologo)