L’endoscopia digestiva è una tecnica diagnostica che consente di ottenere una valutazione macroscopica degli organi che costituiscono l’apparato gastrointestinale. In particolare, gli esami endoscopici più eseguiti sono rappresentati dall’endoscopia e Esofagogastroduedenoscopia (EGDS) deputata allo studio di esofago, stomaco e duodeno, e dalla Rettosigmoidocolonscopia (RSCS) dedicata allo studio ileo terminale, cieco, colon, sigma e retto.
L’esame endoscopico si avvale dell’utilizzo di una specifica strumentazione caratterizzata da un endoscopio, ossia un tubo flessibile dotato, alla sua estremità, di una telecamera e di una lente luminosa, e da canali operatori finalizzati all’introduzione di strumenti per l’esecuzione di prelievi bioptici e procedure ausiliarie alla valutazione endoscopica; l’endoscopio è connesso ad un monitor esterno per la trasmissione delle immagini in tempo reale.
L’endoscopia ha subito un enorme progresso negli ultimi venti anni, tanto da essere considerata, al giorno d’oggi, la metodica gold standard per la diagnosi e la prevenzione della maggioranza delle patologie che colpiscono l’apparato gastrointestinale.
Endoscopia digestiva o gastroscopia
L’esofagogastroduodenoscopia (endoscopia), per l’esplorazione del sistema digestivo superiore, viene eseguita, previa somministrazione endovenosa di una sedazione blanda, mediante l’introduzione dell’endoscopio attraverso l’orifizio buccale, fino alla seconda porzione duodenale; il paziente che si sottopone all’esame deve effettuare una preparazione che prevede il digiuno da almeno 8 ore, e l’eventuale sospensione di terapie anticoagulanti e/o antiaggreganti al fine di ridurre il rischio di sanguinamenti post-esame in pazienti a rischio.
Gastroscopia: quando farla
Generalmente, le indicazioni dell’EGDS e dell’endoscopia sono previste in pazienti affetti da sintomatologia dispeptica (manifestazione caratterizzata da dolore e/o bruciore a livello della regione dello stomaco, nausea e vomito) con età superiore a 45-50 anni ed in pazienti più giovani quando la sintomatologia persiste nonostante la terapia medica.
La principale causa benigna responsabile della dispepsia la Malattia da Reflusso Gastro-Esofageo (MRGE), caratterizzata dal reflusso acido gastrico dallo stomaco in esofago; l’azione lesiva del contenuto acido sulla mucosa esofagea, se protratta nel tempo, può provocare alterazioni morfologiche più gravi, quali:
- Esofagiti;
- Ulcere;
- Lesioni pre-neoplastiche (Esofago di Barrett);
- Adenocarcinoma esofageo.
Altra causa responsabile di sintomi dispeptici è rappresentata dalla patologia neoplastica maligna (es. Carcinoma Gastrico), che riconosce come cause determinanti sia fattori di rischio ambientali, come:
- Abitudini alimentali;
- Fumo;
- Infezione da Helicobacter Pylori.
sia fattori genetici.
Risulta, dunque, evidente come l’EGDS e l’endoscopia rappresentino degli esami di fondamentale importanza per la diagnosi precoce di lesioni benigne potenzialmente evolutive, di cui è possibile valutare sia l’aspetto macroscopico sia quello microscopico, tramite la possibilità di eseguire prelievi bioptici della mucosa interessata, per le diagnosi istologiche.
La colonscopia: endoscopia del sistema digestivo inferiore
La rettosigmoidocolonscopia è finalizzata alla valutazione del sistema digestivo inferiore, tramite l’introduzione di un endoscopio all’orifizio anale, fino all’esplorazione dell’ultima ansia ileale, previa sedazione endovenosa.
Il paziente che si sottopone ad RSCS esegue una preparazione intestinale che prevede una dieta povera di fibre, frutta, verdura, legumi, cibi integrali) nei 5 giorni precedenti l’esame è l’assunzione di farmaci lassativi il giorno precedente l’esame.
Una buona preparazione è fondamentale per l’identificazione di eventuali alterazioni morfologiche rilevabili, mentre una scarsa preparazione si associa ad una scarsa accuratezza dell’endoscopia, nonchè ad un aumento dei tempi di esecuzione.
Quando è indicata la colonscopia
La colonscopia è indicata in pazienti con sospetto clinico di neoformazioni (polipi, tumori), alterazioni dell’alvo ed emorragia del tratto gastro-enterico inferiore.
L’importanza di tale metodica si evidenzia proprio nell’ambito di neoformazioni a carico dell’intestino, frequentemente riferibili a polipi colo-rettali di significato patologico differente.
I polipo intestinali sono infatti distinti in polipi non neoplastici benigni, che non vanno incontro ad evoluzione maligna, e polipi neoplastici che invece sono considerati precursori del cancro al colon-retto.
La possibilità di evoluzione in senso neoplastico, ha fatto sì che la colonscopia sia oggi considerata il gold standard per il rilevamento ed il trattamento di tali neoformazioni, tramite l’esecuzione di procedure operative quali polipectomie che consentono la rimozione dei polipi in corso d’esame.
Colonscopia e la diagnosi precoce
Il cancro del colon-retto costituisce la più frequente neoplasia dell’apparato gastro-intestinale; può localizzarsi a carico del colon destro, sinistro e del retto ed avere una evoluzione potenzialmente infausta in relazione alla sua estensione locale e sistemica. È fondamentale eseguire una diagnosi precoce di tali lesioni, in quanto essa risulta essere associata ad un migliore approccio terapeutico (terapia chirurgica), nonché ad una più lunga sopravvivenza dei pazienti.
A tal proposito, la RSCS costituisce oggi il gold standard per i programmi di screening per il cancro al colon-retto, in tutti i pazienti più giovani di età superiore a 50 anni e in pazienti più giovani co familiarità per neoplasie intestinali.