Fibromialgia, la malattia ‘nascosta’ e le nuove frontiere per curarla

La fibromialgia è una patologia della quale solo da qualche anno si sta iniziandi a parlare seriamente. Per anni, infatti, i sintomi di questa malattia, a volte altamente invalidante, sono stati derubricati a segnali di altre singole patologie, spesso neanche classificati oltre al generico “malessere”.
Stanchezza, noia, difficoltà di concentrazione, ma anche ansia, attacchi di panico, disturbi del sonno, irritabilità, e ancora depressione, inappetenza sono solo alcuni dei sintomi che potrebbero essere il segnale di allarme di una fibromialgia.
Il punto è che risulta ovviamente evidente che ognuno di questi possa essere riferito ad una singola specifica malattia, ma è il loro manifestarsi nel tempo in concatenazione, che dà il senso di quanto invalidante possa diventare la fibromialgia.
E’ in atto una lotta istituzionale per il riconoscimento formale della malattia da parte del servizio sanitario nazionale; studi clinici spingono in tal senso, e molte strutture sanitarie si stanno attrezzando con specifici protocolli e servizi destinati ai pazienti.
Una di queste è l’Artemisia lab, una rete di centri diagnostici che il 12 maggio 2018 ha organizzato a Roma un incontro per presentare le ultime frontiere dell’analisi e della cura di questa patologia ascrivibile al servizio di neuropsicoimmunologia.
Una equipe di medici (abbiamo detto che la sintomatologia è interdisciplinare…) è stata organizzata in team per dare risposte efficaci a chi vede la propria vita quotidiana rallentare, fino a fermarsi.
Si parte dal presupposto, come definito dall’Organizzazione mondiale della sanità, che “la salute è uno stato di completo benessere fisico, mentale e sociale, e non semplicemente l’assenza di malattia e di infermità”.
Un percorso che passa per la scelta degli alimenti giusti da mangiare e quelli da evitare, dello stile di vita. Ma sarebbe troppo banale ridurre tutto a poche regole di base che comunque aiutano. L’astenia, la depressione, il dolore costante vanno trattati a tutti i livelli da quello psicologico a quello strumentale.
E in questo caso torna molto utile la Ebs, una macchina che sfrutta le proprietà dei campi elettromagnetici pulsanti a bassa intensità (Cemp), per ripristinare il giusto dialogo tra sistema nervoso, organi e apparati, contribuendo così allo svolgimento ottimale delle funzioni di automonitoraggio e autoriparazione di tutto il nostro corpo.
L’applicazione – indolore – si divide in auricolare e somatica. La prima tramite l’antenna mobile a puntale agisce su specifiche zone auricolari, la seconda posizionando uno o più applicatori agisce direttamente sulla zona corporea alterata.
La fibromialgia è dunque una malattia “fantasma”, ben distinguibile da chi la subisce ma invisibile dal servizio sanitario nazionale, e – va detto – anche a molti medici che non riescono a definire un quadro unico e interdisciplinare rispetto alle sintomatologie presentate dal paziente. Ma qualcosa, per fortuna, sta cambiando, e l’incontro con i medici dell’Artemisia a Roma lo sta a testimoniare.

Coordinamento: Via Velletri 10 Roma

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