La SIBO (acronimo dell’inglese Small Intestine Bacterial Overgrowth: sovracrescita batterica del piccolo intestino), si presenta con sintomi come il gonfiore addominale, dolori addominali e alvo alterno, molto simili a quelli della sindrome dell’intestino irritabile (IBS) ,
ma è in realtà una condizione a sé stante caratterizzata dall’aumento nel numero o da una alterazione nel tipo di batteri nel tratto enterico superiore (intestino tenue, o piccolo intestino). Essa è una condizione piuttosto diffusa nella popolazione generale ma oggi ancora misconosciuta.
In condizioni normali si passa infatti da una situazione di sterilità dello stomaco, alla presenza di poche specie batteriche nel primo tratto di intestino tenue, principalmente lattobacilli ed enterococchi (ma un terzo della popolazione presenta assenza di batteri in questo tratto superiore) aumentando in maniera progressiva fino al tenue distale, fino ad una altissima concentrazione di batteri anaerobi nel colon. Nella SIBO invece si osserva una abbondante presenza di batteri nell’intestino tenue, responsabili del fastidioso gonfiore addominale.
Ci sono differenti meccanismi di difesa che prevengono questa iper-presenza di batteri nell’intestino tenue, che vanno dalla secrezione acida gastrica (che abbatte la maggior parte dei microrganismi ingeriti),alla motilità intestinale (che tende a far sì che quella piccola percentuale di batteri che ha superato lo stomaco prosegua fino al colon), da una valvola ileo-cecale ben funzionante (che impedisce il reflusso di batteri dal grosso al piccolo intestino) alla presenza di immunoglobuline nelle secrezioni intestinali e infine per le proprietà batteriostatiche delle secrezioni biliari e pancreatiche.
Quando preoccuparsi per il gonfiore addominale
I sintomi più frequenti sono il gonfiore addominale e la tensione che possono causare dolore, a cui si associa un alvo alterno (con diarrea più frequente rispetto alla stipsi), ma nelle forme più severe può comparire anche perdita di peso e riduzione nell’assorbimento della vitamina B12, del ferro, calcio e magnesio. Si tratta di pazienti che il gastroenterologo vede spesso nel proprio ambulatorio, ma che troppe volte vengono liquidati come affetti da un problema di ansia o di somatizzazione. La causa più frequente oggi è legata all’assunzione di farmaci tra cui gli inibitori della pompa protonica (i cosiddetti gastroprotettori) che aumentano il rischio di SIBO del 50% dopo 12 mesi di dosaggio pieno, a seguire ansiolitici e psicofarmaci.
Questo non significa che non bisogna assumere farmaci, ma deve essere sempre il medico a prescriverli e a valutare rischi e benefici di ogni terapia. Tra le altre cause le pregresse gastroenteriti infettive e condizioni chirurgiche come le resezioni gastriche (con eliminazione della mucosa che produce acido), le aderenze post chirurgiche, le resezioni intestinali con eliminazione della valvola ileocecale, i by-pass gastro-intestinali e ogni alterazione della normale struttura e funzione intestinale. Inoltre l’intolleranza al lattosio, la malattia celiaca e la sindrome dell’intestino irritabile si associano frequentemente a SIBO, come anche l’obesità.
Diagnosi di S.I.B.O.
La diagnosi di SIBO viene effettuata con i Breath Test all’idrogeno e al metano che utilizzano lattulosio o glucosio come substrato. Idrogeno e metano sono gas prodotti solamente dai batteri e non dall’uomo. Alti livelli di questi gas nell’espirato del paziente indicano un’attività batterica aumentata e permettono di porre diagnosi di SIBO. Entrambi i test sono piuttosto sensibili e specifici con una elevata accuratezza diagnostica.
La terapia di primo livello è a base di antibiotici, in particolare il più utilizzato e studiato è la rifaximina, molecola che viene assorbita per meno dello 0,1% della dose orale a livello intestinale, permettendo di concentrare a livello locale l’azione battericida contro batteri sia aerobi sia anaerobi, riducendo in modo significativo l’incidenza di effetti collaterali. Ha quindi un’ottima tollerabilità e i rari eventi avversi come nausea e cefalea di lieve entità regrediscono immediatamente al termine del trattamento. L’associazione di fibre ne aumenta l’efficacia clinica. Anche la medicina complementare offre una terapia antibiotica naturale: gli oli essenziali sembrano essere efficaci, in particolare l’olio essenziale di menta piperita, di timo e quello di origano. E un aiuto dalla natura arriva anche da cannella, aglio e berberina.
Devono comunque sempre essere prescritti da un medico perché possono andare ad interferire con altri farmaci assunti e non sono scevri da effetti collaterali. Il problema della terapia antibiotica però, sia essa “chimica” o “naturale”, è che non differenzia tra batteri patogeni e batteri simbionti (i batteri buoni) quindi riduce la carica batterica in maniera significativa ma generica. Gli antibiotici sono un trattamento necessario ma temporaneo, che non va alla radice del problema del gonfiore addominale.
Come evitare il gonfiore addominale?
Di fondamentale importanza è l’alimentazione, perché alcuni alimenti che ingeriamo andranno a nutrire alcuni batteri piuttosto che altri. Quindi la dieta come parte integrante nella prevenzione e nel trattamento della SIBO.
Non deve essere una dieta di esclusione ma una dieta varia a base di prodotti freschi e non confezionati (i prodotti industriali sono un concentrato di zuccheri, grassi idrogenati e sale raffinato), se possibile a Km 0 così che mantengano le loro proprietà nutrizionali, riducendo la quantità di carboidrati fermentabili (presenti quotidianamente nella nostra dieta, vengono attaccati dai batteri in sovra crescita nell’intestino tenue causando produzione di gas), ma senza escluderli perché amidi e fibre sono fondamentali nella salute dell’altro tratto intestinale, il colon, poiché la loro fermentazione porta alla formazione di sostanze (acidi grassi a catena corta, come l’acido butirrico) che hanno funzione anti-infiammatoria. Quindi la parola chiave per una corretta alimentazione è la varietà.
Associata ad un corretto stile di vita: adeguata attività fisica, adeguato numero di ore di sonno, niente fumo e poco alcol: uno stile di vita sano riduce la probabilità di ammalarsi e di conseguenza di dover assumere farmaci che possono essere causa del gonfiore addominale. Un circolo vizioso che può diventare virtuoso!
A cura di Dott.ssa Rita Monterubbianesi- gastroenterologa