I disturbi specifici dell’apprendimento (conosciuti anche come DSA) riguardano un gruppo di disabilità in cui si presentano significative difficoltà nell’acquisizione e utilizzazione della capacità di lettura, della scrittura e del calcolo.
Questi disturbi hanno una caratteristica principale: interessano uno specifico e circoscritto dominio di abilità indispensabile per l’apprendimento (lettura, scrittura, calcolo) preservando però il funzionamento intellettivo generale. Un bambino che presenta dislessia, quindi, non deve manifestare deficit di intelligenza, problemi ambientali o psicologici, deficit sensoriali o neurologici.
In base alla specificità coinvolta i DSA hanno diverse classificazioni, queste sono le principali:
- dislessia: difficoltà ad effettuare una lettura accurata e/o fluente. Il bambino, all’inizio del percorso di scolarizzazione, mostra difficoltà a riconoscere le lettere dell’alfabeto, a fissare la corrispondenza fra segni grafici e suoni e ad automatizzare tale processo di conversione.
- discalculia: difficoltà a comprendere ed operare con i numeri e la difficoltà automatizzare alcuni compiti numerici e di calcolo. Il bambino discalculico può presentare difficoltà nella cognizione numerica (ad esempio nell’ eseguire calcoli a mente) nelle procedure esecutive (lettura, scrittura, messa in colonna dei numeri) e di calcolo (recuperare i risultati delle tabelline).
- disortografia: difficoltà di scrivere in modo corretto da un punto di vista ortografico. Il bambino disortografico presenta una difficoltà nell’applicare le regole di conversione dal suono alla parola scritta e quindi a riconoscere i suoni che compongono la parola, a individuare le regolarità o irregolarità ortografiche e a individuare il corretto ordine con cui questi elementi si compongono.
- disgrafia: difficoltà di scrivere in modo corretto da un punto di vista ortografico. Il bambino disortografico presenta una difficoltà nell’applicare le regole di conversione dal suono alla parola scritta e quindi a riconoscere i suoni che compongono la parola, a individuare le regolarità o irregolarità ortografiche e il corretto ordine con cui questi elementi si compongono. I DSA costituiscono una delle patologie più frequentemente inviate ai servizi del territorio: la prevalenza nella popolazione italiana è stimata tra l’2,5% ed il 3,5% (ISS, 2011). Rilevanti sono anche le conseguenze che questi disturbi determinano a livello psicosociale, traducendosi spesso in abbassamento del livello scolastico conseguito e conseguente riduzione della realizzazione delle proprie potenzialità sociali e lavorative, calo dell’autostima del bambino, aumento del suo senso di emarginazione e sviluppo sentimenti di inferiorità e inadeguatezza.
Quali sono le cause dei DSA?
In merito alle cause dei DSA, vi è un accordo rispetto al riconoscimento dell’origine neurobiologica del disturbo. La sua espressione, peraltro molto eterogenea, è mediata e modulata da fattori ambientali. Tra le cause sono state principalmente indagati i fattori genetici e quelli acquisiti (sofferenza cerebrale precoce, lesioni di varia natura, ritardi maturativi, ecc.).
La diagnosi dei DSA
L’ingresso nella classe prima elementare è di solito cruciale per l’individuazione dei bambini che potrebbero sviluppare uno dei disturbi specifici dell’apprendimento e sono spesso insegnanti e genitori a segnalare tali difficoltà. La diagnosi di dislessia, disgrafia e disortografia, di discalculia, viene fatta in seguito ai risultati di test specifici. Questi sono volti ad accertare lo stato degli apprendimenti delle abilità strumentali, il funzionamento cognitivo, neuropsicologico ed emotivo. Diagnosi accurata e intervento precoce costituiscono dei fattori prognostici positivi sia sul piano scolastico che sociale e psicologico. Spetta al clinico operare un’accurata diagnosi differenziale e impostare un adeguato piano di trattamento.
L’intervento nei disturbi dell’apprendimento
I bambini con DSA spesso si sentono di versi dai compagni, per questo motivo è necessario incoraggiarli e tenere conto dell’aspetto emotivo che deriva dalla diagnosi di questo disturbo. E’ fondamentale che gli insegnanti rispettino il piano didattico personalizzato (PDP) elaborato per lo studente e che si attengano alle istruzioni date dal clinico di riferimento del bambino con DSA. I DSA, se trattati adeguatamente, sono modificabili ed è possibile migliorare le abilità deficitarie nel bambino grazie a specifici training ma, essendo questi disturbi di origine neurobiologica, potrebbero non scomparire del tutto. In ogni caso il bambino potrebbe compensare le difficoltà di apprendimento grazie alle sue capacità intellettive e cognitive. Nell’intervento dei DSA, possiamo distinguere diverse metodologie e approcci.
Per le forme lievi di DSA può essere sufficiente l’utilizzo delle misure dispensative e degli strumenti compensativi in ambito scolastico e familiare. Tra questi ultimi rientrano gli audio libri, l’utilizzo del PC in determinati e selezionati momenti, la calcolatrice e la tavola pitagorica. Per le forme con compromissione media e grave invece possono essere studiati dei percorsi di potenziamento delle abilità carenti, intervenendo sui deficit neuropsicologici che si pensano essere implicati.
In caso di dislessia si andrà a lavorare sul processamento fonologico, sul focus attentivo, sulle capacità di analisi visiva, sul processamento rapido e sulle abilità di apprendimento implicito. Per la disortografia si interviene nel miglioramento rispetto agli errori più ricorrenti e l’utilizzo del PC con correttore ortografico. Per la disgrafia ci si occupa della riabilitazione delle componenti percettive-motorie, visuo-motorie e del controllo motorio. Per la discalculia occorre rendere l’intervento il più individualizzato possibile, a seconda delle abilità carenti del singolo soggetto e si può tentare di migliorare la capacità di calcolo e le strategie di problem solving.
A cura di Elena Stella – Psicologa e Psicoterapeuta