Tossicologia (Droghe) - pasticche

I genitori sono spesso preoccupati che il comportamento dei loro figli possa essere la spia dell’uso di sostanze stupefacenti. In realtà, alcuni comuni disagi rappresentano solo lo specchio del difficile periodo dell’adolescenza per i rapidi cambiamenti fisici e della propria immagine, per la preoccupazione di non sentirsi adeguati, la scoperta della propria sessualità e il crescente interesse verso le relazioni intime. Non ultima la difficoltà a proiettarsi verso l’incognita del futuro accompagnato dal crescente bisogno di indipendenza dalla famiglia.

L’assunzione di alcool e di droghe nel periodo adolescenziale modifica la funzione di alcuni tipi di neuroni nel momento in cui la loro normale attività è importante per uno sviluppo sano. È ipotizzabile che l’effetto dovuto all’assunzione di sostanze, possa comportare delle alterazioni funzionali sullo sviluppo psicologico dell’adolescente; pertanto, chiarire gli effetti neurobiologici delle droghe e dell’alcool, potrebbe permettere efficaci interventi di prevenzione.

La conoscenza di questi fenomeni può offrire argomenti efficaci nell’educazione sanitaria; a tale scopo il Servizio psicologico del centro propone il supporto specialistico ai genitori, quattro incontri di gruppo a carattere psicoeducazionale per gli adolescenti, un incontro di chiusura con genitori e figli e un follow-up gratuito a tre mesi.

Cosa sono i gruppi psicoeducazionali
L’intervento psicoeducazionale si differenzia da altri approcci di prevenzione e trattamento in quanto ha lo scopo di dotare gli adolescenti di una serie di conoscenze che permetta loro di incrementare la comprensione del fenomeno in cui si trovano coinvolti, di facilitare alcuni cambiamenti nelle attitudini e nei comportamenti e di ottimizzare le strategie di coping.
L’approccio proposto utilizza il modello di trattamento individuale cognitivo-comportamentale adattato al gruppo di giovani adolescenti, basandosi sul modello stress-vulnerabilità-coping (Fowler et al., 1995; Falloon, 1994; Perris, 1994; Casacchia e Roncone, 2000).
Il concetto di vulnerabilità inteso come reazione psicobiologia a eventi e a situazioni evolutive che in un soggetto in crescita possono rappresentare fattori stressanti. (stressor), alla luce di una vulnerabilità individuale e soggettiva. Le strategie di coping rappresentano l’insieme di pensieri, comportamenti ed emozioni annesse, con i quali i giovani affrontano i fattori stressanti che comporta il difficile passaggio dall’infanzia all’età adulta.
Secondo questo modello si ottiene una riduzione della propria vulnerabilità migliorando il dialogo con le figure di riferimento e gli adulti, portando i giovani a scegliere e a mettere in atto strategie di coping più efficaci e che hanno un effetto positivo sulla propria resilienza. Il gruppo è un ottimo attivatore e facilitatore di processi che elude il transfert genitoriale più probabile negli incontri individuali.

Coordinamento: Via Velletri 10 Roma

Scrivici

Scrivici

info@artemisialab.it