ATTACCO DI PANICO: COME NASCE E COME GESTIRLO

Cosa sono gli attacchi di panico?

Gli attacchi di panico (detti anche crisi d’ansia) sono episodi di improvvisa ed intensa paura o una rapida escalation dell’ansia normalmente presente.
Sono accompagnati da sintomi, quali palpitazioni, sudorazione improvvisa, tremore, sensazione di soffocamento, dolore al petto, nausea, vertigini, paura di morire o di perdere il controllo, brividi o vampate di calore.
L’attacco di panico ha un inizio improvviso, raggiunge rapidamente l’apice e dura, in media, circa venti minuti.
Chi ha provato gli attacchi di panico li descrive come un’esperienza terribile, spesso improvvisa ed inaspettata, almeno la prima volta.
La paura di un nuovo attacco diventa immediatamente forte e dominante. Il singolo episodio, quindi, sfocia facilmente in un vero e proprio Disturbo di Panico, che consiste in attacchi di panico ricorrenti, inaspettati, seguiti da almeno un mese di preoccupazione persistente di avere un altro attacco di panico.

Quando si verificano principalmente?

Di solito gli attacchi di panico sono più frequenti in periodi stressanti.
Alcuni eventi di vita possono infatti fungere da fattori precipitanti, anche se non indicano necessariamente un attacco di panico. Tra gli eventi di vita scatenanti riferiti più comunemente troviamo il matrimonio o la convivenza, la separazione, la perdita o la malattia di una persona significativa, l’essere vittima di una qualche forma di violenza, problemi finanziari e lavorativi.
I primi attacchi si verificano di solito in situazioni agorafobiche (come guidare da soli o viaggiare su un autobus in città) e comunque spesso in qualche contesto stressante.

Origine e cause

L’attacco di panico fa parte del grande contenitore dei disturbi d’ansia ed è probabilmente individuabile come la manifestazione ansiogena più pervasiva e traumatica per quel che riguarda il vissuto della persona.
Ma cos’è in realtà l’ansia? Essa è un’emozione complessa, le cui manifestazioni sono contraddistinte da sensazioni diverse, per lo più spiacevoli, quali la paura, l’apprensione, la preoccupazione, la sensazione che le cose sfuggano di mano, il bisogno di trovare una soluzione immediata.
L’ansia in sé non è né buona né cattiva, è un segnale, una sorta di campanello d’allarme che chiede la nostra attenzione su ciò che sta avvenendo dentro e/o fuori da noi.

L’ansia, in definitiva, è un elemento fisiologico della nostra vita che fa la sua comparsa quando siamo davanti a situazioni insolite o dobbiamo fronteggiare compiti o esami ai quali diamo una importanza per noi significativa. Essa diventa però problematica quando abbiamo la percezione che stia per prendere il sopravvento e non riusciamo a controllarla.
Chi soffre di un disturbo d’ansia, infatti, non sperimenta più l’ansia come una condizione emozionale fisiologica che si manifesta in determinate circostanze, ma come una emozione pervasiva, eccessiva e più o meno continuativa. I sintomi di chi soffre di attacchi di panico o di altri disturbi d’ansia rimandano pertanto ad un modo di stare nel mondo che la persona ha sviluppato in un’ottica di controllo degli eventi e di continua insicurezza riguardo al riuscire ad esercitare tale controllo.

Cosa fare durante un attacco di panico

Durante un attacco di panico la prima cosa da fare è quella di individuare un posto meno affollato o meno isolato. Se si è in un luogo chiuso potrebbe essere utile uscire all’aperto, cercando un posto più tranquillo.
Anche gli esercizi di respirazione possono avere un effetto benefico: controllare o gestire i cicli di espirazione e inspirazione aiuta a ridurre i livelli di ansia.
Può essere utile condividere il proprio vissuto emotivo con le persone care ed imparare a chiedere loro aiuto in caso di bisogno, cercando di non sentirsi in imbarazzo o sotto giudizio. Questo perché il senso di vergogna non fa altro che aumentare i livelli di ansia e, di conseguenza, la possibilità che si verifichi un altro attacco di panico.

Il trattamento

Nel trattamento degli attacchi di panico, un sistema clinico privilegiato prevede una psicoterapia rivolta alla comprensione e alla riorganizzazione emozionale delle sue cause, di cui il sintomo è soltanto un segnale. Per arrivare ad una soluzione del problema panico, la persona deve infatti imparare a conoscersi, a riflettere in maniera consapevole su sé stessa, rielaborare il modo nel quale vive la propria vita e le relazioni con gli altri. In tale accezione, un percorso di psicoterapia è direttamente orientato ad individuare e a riorganizzare la struttura delle trame identitarie, dei temi affettivi ricorrenti, delle relazioni interpersonali e, in definitiva, dei copioni di vita che stanno a monte della condizione psicologica problematica.

Un percorso psicoterapico, per essere effettivamente di aiuto a chi soffre di attacchi di panico (ma analoga cosa si può dire per molte altre manifestazioni sintomatiche), non può soltanto prendersi cura del problema più evidente o del sintomo che crea disagio e sofferenza, ma deve aiutare il paziente ad imparare a occuparsi di sé, dei propri nodi emozionali, della propria storia personale e delle modalità relazionali, al fine di potere realmente costruire un modo “possibile”, ma anche un benessere autentico, per stare in relazione con gli eventi affettivi e relazionali della propria vita.

Prendersi cura del proprio benessere psicologico è infatti un compito complesso, a volte faticoso, ma anche affascinante, che richiede un investimento considerevole di energie, di impegno e di tempo, sia per il paziente che per lo psicoterapeuta, ma i risultati di un lavoro psicoterapico siffatto sono reali e duraturi (anche sul piano sintomatologico) e permettono alla persona di essere autenticamente se stessa in un mondo complesso quale è quello in cui viviamo.

Dott.ssa Elena Stella – Psicologa e Psicoterapeuta

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