Con l’arrivo dell’estate chi soffre di ipertensione arteriosa è spesso sottoposto a forti stress. I soggetti affetti da ipertensione seguono solitamente un piano terapeutico per correggere le complicazioni derivate da un insieme di problematiche legate talvolta a disordini ereditari, ma molto spesso dovute a errori alimentari e di stile di vita.
Il caldo può essere pericoloso per la nostra salute. Infatti nelle situazioni di temperatura estrema il sistema cardiovascolare risponde con una variazione di pressione. Con il caldo ad esempio si verifica una vasodilatazione, con conseguente riduzione della pressione. Quindi una lunga esposizione al sole, come spesso accade nelle lunghe giornate in spiaggia, potrebbe avere importanti effetti ipotensivi.
Ipertensione e caldo: come intervenire
Per i soggetti affetti da ipertensione si raccomanda di evitare esposizioni prolungate in assenza di movimento e di rinfresco. Una lunga passeggiata sul bagnasciuga con i piedi in acqua ha un effetto diretto sulla regolazione pressoria generale ed inoltre i naturali movimenti del fondo sabbioso garantiscono un massaggio plantare che favorisce un buon effetto sul microcircolo.
L’errore più importante è autocorreggere o peggio sospendere autonomamente la cura farmacologica. Questo può causare gravi problemi per la salute. Inoltre adottare uno stile di vita sano è fondamentale. A chi soffre di ipertensione è consigliato avere una vita non sedentaria, ma rendere lo stile di vita più attivo.
Praticare attività fisica, preferibilmente di tipo aerobico, per 30 minuti al giorno 3 – 5 volte alla settimana è sia un’ottima cura che un’ottima strategia di prevenzione non solo per l’ipertensione. Naturalmente, ove presente, il sovrappeso va ridotto perché peggiora il quadro ipertensivo.
Anche preferire le scale all’ascensore, andare a piedi a fare la spesa, muoversi in bicicletta piuttosto che con la macchina, etc sono valide strategie che aiutano a mantenere una vita attiva. Attenzione al fumo, aumenta il rischio di ipertensione arteriosa e anche il rischio di infarto cardiaco, ictus cerebrale e altre malattie delle arterie. Ed infine attenzione al sonno: chi soffre di insonnia o comunque riposa poco tende ad avere valori pressori più elevati.
Soggetti affetti da ipertensione: quale dieta seguire?
Ma tra dieta ed ipertensione il legame è stretto: ci sono alcuni alimenti che è preferibile evitare perché possono influire sulla pressione arteriosa favorendone l’aumento. Ed il pericolo è maggiore in estate quando ci si concede la licenza di un fritto in più , di un cocktail (magari alcolico o superalcolico) o di qualche aperitivo per concludere in bellezza la lunga giornata al mare, con l’effetto però di grandi oscillazioni pressorie (dovute all’effetto ipotensivo del caldo e l’effetto ipertensivo di alcune sostanze).
Alcuni consigli nutrizionali che aiutano molto il controllo e la diminuzione della ipertensione arteriosa sono i seguenti:
Non consumare:
- Superalcolici e alcolici.
- Alimenti conservati sotto sale, in scatola o salamoia, dadi ed estratti di carne poiché contengono elevate quantità di sale
- attenzione alle arachidi, patatine e pop corn
- fritture e pastelle, soprattutto surgelate
- grassi saturi quali: burro, panna, maionese, margarine, pancetta, lardo
- Insaccati come mortadella, salame, salsicce
- Bevande zuccherine come thè freddo già pronto, acqua tonica, coca cola, chinotto, aranciata, succhi di frutta
- Cibi affumicati (salmone), cibi sott’olio (funghi, acciughe), cibi sott’aceto (capperi)
- Dolci quali torte, pasticcini, biscotti, frollini, gelatine, budini, caramelle, merendine, brioche.
Cosa è corretto mangiare?
È invece buona regola:
- Bere almeno 1,5-2 litri di acqua al giorno, preferibilmente oligominerale con ph elevato prossimo ad 8 (quando possibile preferire l’acqua non addizionata con sostanze effervescenti)
- Scegliere alimenti integrali e non raffinati
- Mangiare 2-3 porzioni di frutta al giorno lontano dai pasti principali.
- Consumare latte e yogurt scremati o parzialmente scremati, ricchi in calcio e potassio
- Mangiare legumi (ceci, fagioli, piselli, fave, ecc.) 2-3 volte alla settimana
- Assumere pesce (meglio se fresco ) 3-4 volte alla settimana. Privilegiare il pesce azzurro con elevato contenuto di acidi grassi omega 3 che inibiscono l’aggregazione piastrinica
- Consumare verdura cruda e cotta da assumere insieme in porzioni generose
- Mangiare spesso distribuendo i pasti in 5 momenti della giornata: colazione, spuntino, pranzo, spuntino, cena, (aiuta a limitare le oscillazioni della glicemia)
- Ridurre l’uso del sale e il consumo di alimenti ricchi in sodio
- Preferire grassi insaturi o polinsaturi, come l’olio d’oliva, ed eliminare i grassi saturi
- Aumentare l’apporto di alimenti ricchi in potassio e calcio
- Assicurare un apporto generoso di fibre
- Preferire metodi di cottura semplici come: vapore, microonde, griglia o piastra, pentola a pressione
Può essere utile limitare:
- Il sale da cucina in aggiunta a quello presente naturalmente
- Caffè e tè, a non più di 2 tazze al giorno
- Il consumo di vino a non più di un bicchiere al pasto
- Crackers, grissini, cereali da prima colazione
- Carni rosse e grasse
- Formaggi ad alto contenuto in grassi e sale, come pecorino, gorgonzola, feta, formaggi fusi o comunque ridurne le porzioni
- Liquirizia
E’ importante ricordare di rivolgersi sempre ad esperti al fine di adottare un corretto piano alimentare personalizzato.