L’Acufene: un disturbo da non sottovalutare

acufeneL’Acufene, detto anche Tinnito, è la percezione di un rumore (ronzio, fischio, sibilo, cicaleccio) avvertito nelle orecchie in assenza di uno stimolo sonoro esterno.

L’Acufene può essere di vario genere: debole, forte, continuo o intermittente e può essere unilaterale o bilaterale. Fondamentalmente l’acufene è considerato un sintomo che nasconde potenziali patologie dell’orecchio medio/interno e di malattie neurologiche.

Tra i fattori eziologici che generano il fischio auricolare si ritrovano alcune patologie tra le quali: otiti, otosclerosi, deficit trasmissivi o neuro sensoriali, disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare, traumi acustici e baro-traumi, tumori benigni del n. acustico (neurinomi), ipertensione, diabete, farmaci ototossici e cerume.

Cause e diagnosi dell’Acufene

La comparsa degli acufeni è determinata da vari fattori di rischio: ambientali, predisposizione genetica ed età del soggetto. In alcune persone gli acufeni si manifestano con una intensità tale da ostacolare seriamente la concentrazione individuale, ripercuotendosi negativamente sulla qualità di vita e sulle relazioni sociali.

La sua presenza costante, può provocare problemi di natura psicologica che possono degenerare in depressione, ansia e disturbi del sonno. Gli acufeni, possono svilupparsi in maniera graduale o improvvisamente, colpendo soggetti di qualsiasi età e in molti casi essi sono associati ad una perdita uditiva legata a patologie del sistema uditivo, oppure collegata a disturbi di natura vascolare.

Sostanzialmente l’acufene non può essere misurato oggettivamente con test specifici ma lo specialista otorinolaringoiatra si deve basare sull’anamnesi del paziente valutando lo stato di salute generale e tramite l’ausilio di alcuni esami oto-funzionali (esame audiometrico tonale e vocale, esame timpanometrico e impedenzometrico) ed eventualmente ricorrere ad una risonanza magnetica nucleare dell’encefalo.

In tale modo si riesce ad identificare la causa specifica che può aver portato alla comparsa dell’acufene.

Acufene: come intervenire

Una volta effettuata la diagnosi dell’acufene, solitamente ci si avvale di un approccio multidisciplinare che prevede uno o più trattamenti di cura:

  • Terapia cognitivo-comportamentale: Utilizzo di tecniche di rilassamento, terapie di mind-fulness come la psicologia, la sofrologia, il training autogeno, finalizzate a ridurre lo stress e gli stati ansiosi, determinando una migliore tollerabilità e accettazione del disturbo.
  • Terapie naturali non convenzionali: Agopuntura, Yoga, cure omeopatiche, dieta, controllo di intolleranze alimentari, sono le più usate e le più popolari, ma non sono supportate da evidenze scientifiche riguardo la loro efficacia nella riduzione dell’acufene.
  • TRT (Tinnitus Retraining Theraphy): Nata negli anni ’90 la TRT è la terapia di riallineamento o di riprogrammazione dell’acufene. Questo tipo di terapia si fonda su un modello neuropsicologico secondo il quale l’acufene, “battuto” da un altro suono, può diventare un suono neutro e non più fastidioso.
    L’elemento fondamentale del TRT è costituito infatti da una stimolazione sonora continua erogata da piccoli apparecchi acustici, che non interferiscono con la normale attività di vita. Tale trattamento però non ha sempre grandi risposte in termini di efficacia.
  • Terapia farmacologica: I farmaci più frequentemente utilizzati per il trattamento degli acufeni sono gli antidepressivi (benzodiazepine) a basso dosaggio, che hanno lo scopo di abbassare la soglia di eccitabilità del SNC e i farmaci vasodilatatori del microcircolo dell’orecchio interno, deputati ad un miglior apporto di ossigeno al sistema cocleare.
  • Integratori alimentari: Fra le varie sostanze officinali ed estratti di erbe, il più conosciuto è il Gingko Biloba E761. E’ un integratore alimentare che favorisce l’efficienza del microcircolo auricolare, risultando parzialmente attivo dal punto di vista lenitivo dell’acufene.
  • Dieta: Uno stile di vita sano, una alimentazione equilibrata e un moderato esercizio fisico, come sappiamo, migliora lo stato di salute generale e sicuramente ha un effetto positivo anche sul sistema uditivo.
    Da evitare alimenti ricchi di Caffeina e ridurre l’assunzione di Glutammato, mentre alimenti ricchi di Melatonina (noci, pomodoro, olio d’oliva) possono migliorare la qualità del sonno e di conseguenza l’accettazione dell’acufene.

Possiamo concludere quindi, affermando che la terapia dell’acufene è efficace solo quando viene riconosciuta la causa che lo determina, avendo come scopo principale quello di evitare un peggioramento.

 

A cura di
Dott. Dr. Stefano D’Alessandro – Medico chirurgo specialista in Otorinolaringoiatria

 

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